Badia di San Vittore, Via Cicerone, 7 62011 Cingoli (MC)
cnzbarresi@gmail.com | Tel 334 1979306
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Presso l’Abbazia benedettina di San Vittore di Cingoli, oggi Villa Della Rovere, a circa 11 km a nord-est di Cingoli (MC), sulla sponda sinistra del fiume Musone, era situato nell’antichità un santuario legato molto probabilmente al culto delle acque o ad una divinità salutare venerata in presenza di una sorgente perenne di acque fredde che veniva ritenuta sacra per le sue proprietà curative a cui in epoca romana viene collegato un impianto termale di un certo rilievo.
Questa sorgente si chiama “Fonte del Bagno” o “Fonte di San Giovanni” poiché si manteneva fino a pochi anni or sono l’usanza per la popolazione locale di recarsi alla fonte nella notte di S. Giovanni (solstizio d’estate, 24 giugno) svolgendo riti in cui era protagonista l’acqua.
Presso l’Abbazia benedettina di San Vittore di Cingoli, oggi Villa Della Rovere, a circa 11 km a nord-est di Cingoli (MC), sulla sponda sinistra del fiume Musone, era situato nell’antichità un santuario legato molto probabilmente al culto delle acque o ad una divinità salutare venerata in presenza di una sorgente perenne di acque fredde che veniva ritenuta sacra per le sue proprietà curative a cui in epoca romana viene collegato un impianto termale di un certo rilievo.
Questa sorgente si chiama “Fonte del Bagno” o “Fonte di San Giovanni” poiché si manteneva fino a pochi anni or sono l’usanza per la popolazione locale di recarsi alla fonte nella notte di S. Giovanni (solstizio d’estate, 24 giugno) svolgendo riti in cui era protagonista l’acqua.
Intorno a questo antico santuario si raccolse a mano a mano una piccola realtà urbana, un centro vero e proprio, che poi i romani elevarono a municipio e che con ogni probabilità possiamo riconoscere nel municipio di Planina, citato da Plinio il Vecchio. È possibile affermare questo in base alla documentazione storica e archeologica che a partire dalla fine dell’800 è stata rinvenuta in questo sito e che è in parte visitabile in una delle stanze della villa appositamente adibita ad antiquarium. Si tratta di iscrizioni di età repubblicana (in particolare una legge sacra che mira a preservare il luogo della sorgente), frammenti ceramici e di strutture architettoniche romane, frammenti di sculture di età romana, anche se gli studiosi hanno potuto ricostruire la storia del sito a partire già dall’età preromana in base ad altri ritrovamenti oggi conservati presso i Musei di Cingoli, di Jesi, di Ancona e di Firenze.
Intorno a questo antico santuario si raccolse a mano a mano una piccola realtà urbana, un centro vero e proprio, che poi i romani elevarono a municipio e che con ogni probabilità possiamo riconoscere nel municipio di Planina, citato da Plinio il Vecchio. È possibile affermare questo in base alla documentazione storica e archeologica che a partire dalla fine dell’800 è stata rinvenuta in questo sito e che è in parte visitabile in una delle stanze della villa appositamente adibita ad antiquarium. Si tratta di iscrizioni di età repubblicana (in particolare una legge sacra che mira a preservare il luogo della sorgente), frammenti ceramici e di strutture architettoniche romane, frammenti di sculture di età romana, anche se gli studiosi hanno potuto ricostruire la storia del sito a partire già dall’età preromana in base ad altri ritrovamenti oggi conservati presso i Musei di Cingoli, di Jesi, di Ancona e di Firenze.
Il santuario che si trovava presso l’Abbazia di San Vittore risulta frequentato fin dal V secolo a.C. Nei primi scavi effettuati nel 1845-46 furono messi parzialmente in luce una serie di vani, di cui alcuni pavimentati in cotto, altri a mosaico con tessere bianche e nere, altri con scene di animali acquatici e di vasche rivestite in opus signinum collegate tra loro da canali e da tubature per la conduzione dell’acqua che hanno rivelato una frequentazione e un utilizzo dal V-IV secolo a.C. fino al I secolo d.C. e oltre. Sempre nella frazione di San Vittore sono venute alla luce sei sepolture a cremazione del I sec. d.C. e ambienti di una domus pavimentati a mosaici del II secolo d.C.
Il santuario che si trovava presso l’Abbazia di San Vittore risulta frequentato fin dal V secolo a.C. Nei primi scavi effettuati nel 1845-46 furono messi parzialmente in luce una serie di vani, di cui alcuni pavimentati in cotto, altri a mosaico con tessere bianche e nere, altri con scene di animali acquatici e di vasche rivestite in opus signinum collegate tra loro da canali e da tubature per la conduzione dell’acqua che hanno rivelato una frequentazione e un utilizzo dal V-IV secolo a.C. fino al I secolo d.C. e oltre. Sempre nella frazione di San Vittore sono venute alla luce sei sepolture a cremazione del I sec. d.C. e ambienti di una domus pavimentati a mosaici del II secolo d.C.
The sanctuary which was located close to the Abbey of San Vittore was found to be visited until the end of the 5th century BC.
Come accade di frequente nel mondo antico, anche per il sito di San Vittore è probabile che la divinità venerata in un santuario di questo tipo fosse una divinità femminile, come potrebbero dimostrare alcuni frammenti di terrecotte che rappresentano verosimilmente una dea, databili sempre al V-IV secolo a.C. Di esse si conserva soltanto un frammento relativo alla parte superiore del volto di una divinità femminile presso il Museo Archeologico di Cingoli ma che è stata ritrovata presso l’Abbazia. Molto interessante anche una statuetta che rappresenta una figura femminile priva della testa e degli arti inferiori che indossa una tunica sopra la quale è posato un leggero mantello che copre completamente la parte superiore del corpo comprese le braccia databile al III secolo a.C.
Come accade di frequente nel mondo antico, anche per il sito di San Vittore è probabile che la divinità venerata in un santuario di questo tipo fosse una divinità femminile, come potrebbero dimostrare alcuni frammenti di terrecotte che rappresentano verosimilmente una dea, databili sempre al V-IV secolo a.C. Di esse si conserva soltanto un frammento relativo alla parte superiore del volto di una divinità femminile presso il Museo Archeologico di Cingoli ma che è stata ritrovata presso l’Abbazia. Molto interessante anche una statuetta che rappresenta una figura femminile priva della testa e degli arti inferiori che indossa una tunica sopra la quale è posato un leggero mantello che copre completamente la parte superiore del corpo comprese le braccia databile al III secolo a.C.
Per identificare ulteriormente la tipologia del luogo di culto sono di grande utilità alcuni ex voto anatomici conservati al Museo Archeologico di Cingoli (uno stomaco votivo e una figurina fittile femminile) che testimoniano la ben nota usanza da parte dei fedeli di portare alla divinità una parte del corpo da sanare o una rappresentazione della persona intera da guarire, azione che veniva compiuta o nel momento della richiesta della guarigione, o come offerta, successivamente, a guarigione avvenuta. In santuari di questo tipo è abituale trovare piccole rappresentazioni in terracotta di mani, piedi, seni, uteri, intestino, falli e altre parte del corpo per le quali si voleva chiedere la guarigione e probabilmente era lo stesso anche per San Vittore anche se non si conoscono ritrovamenti di questo tipo di materiale in quantità abbondanti come in altri noti luoghi di culto dell’Italia antica.
Per identificare ulteriormente la tipologia del luogo di culto sono di grande utilità alcuni ex voto anatomici conservati al Museo Archeologico di Cingoli (uno stomaco votivo e una figurina fittile femminile) che testimoniano la ben nota usanza da parte dei fedeli di portare alla divinità una parte del corpo da sanare o una rappresentazione della persona intera da guarire, azione che veniva compiuta o nel momento della richiesta della guarigione, o come offerta, successivamente, a guarigione avvenuta. In santuari di questo tipo è abituale trovare piccole rappresentazioni in terracotta di mani, piedi, seni, uteri, intestino, falli e altre parte del corpo per le quali si voleva chiedere la guarigione e probabilmente era lo stesso anche per San Vittore anche se non si conoscono ritrovamenti di questo tipo di materiale in quantità abbondanti come in altri noti luoghi di culto dell’Italia antica.
Nell’area della frazione di San Vittore di Cingoli non ci sono strutture archeologiche attualmente visibili ad attestare l’esistenza di questo complesso termale e santuariale collegato alla Fonte del Bagno. Di grande interesse comunque il fatto che il sito ebbe una lunghissima fase di frequentazione, attraversando almeno tre fasi distinte: ad una prima fase (V-IV secolo a.C.) di tipo italico, con una significativa apertura all’ambiente magnogreco, da collegare forse alla presenza dei Siracusani di Ancona e dei Galli Senoni, segue una seconda fase (III-II secolo a.C.) di tipo etrusco-laziale campano, connessa alla romanizzazione del Piceno e dell’ ager Gallicus, per poi passare ad una terza e ultima fase in età romana, in cui attorno a questa realtà santuariale sorse con ogni probabilità un municipio di cui conosciamo i nomi dei magistrati (i duoviri) dalle iscrizioni presenti presso Villa Della Rovere che menzionano esplicitamente interventi strutturali eseguiti su un edificio pubblico (la basilica).
Nell’area della frazione di San Vittore di Cingoli non ci sono strutture archeologiche attualmente visibili ad attestare l’esistenza di questo complesso termale e santuariale collegato alla Fonte del Bagno. Di grande interesse comunque il fatto che il sito ebbe una lunghissima fase di frequentazione, attraversando almeno tre fasi distinte: ad una prima fase (V-IV secolo a.C.) di tipo italico, con una significativa apertura all’ambiente magnogreco, da collegare forse alla presenza dei Siracusani di Ancona e dei Galli Senoni, segue una seconda fase (III-II secolo a.C.) di tipo etrusco-laziale campano, connessa alla romanizzazione del Piceno e dell’ ager Gallicus, per poi passare ad una terza e ultima fase in età romana, in cui attorno a questa realtà santuariale sorse con ogni probabilità un municipio di cui conosciamo i nomi dei magistrati (i duoviri) dalle iscrizioni presenti presso Villa Della Rovere che menzionano esplicitamente interventi strutturali eseguiti su un edificio pubblico (la basilica).
In the area of the district of San Vittore of Cingoli there are no archeological structures visible to give testimony to the existence of either the thermal complex or the sanctuary tied to the `Fonte del Bagno’.
Dopo la caduta dell’impero romano anche questa zona, come altre dello stesso territorio, subì le conseguenze dell’abbandono e dell’incuria fino a quando, con la diffusione degli ordini monastici medievali arrivarono e si stabilirono qui i monaci Benedettini fondando l’Abbazia di San Vittore (X secolo): essi diedero nuovo impulso alla coltivazione delle terre agricole, alla cura del territorio circostante e alla conservazione della sua memoria.
Dopo la caduta dell’impero romano anche questa zona, come altre dello stesso territorio, subì le conseguenze dell’abbandono e dell’incuria fino a quando, con la diffusione degli ordini monastici medievali arrivarono e si stabilirono qui i monaci Benedettini fondando l’Abbazia di San Vittore (X secolo): essi diedero nuovo impulso alla coltivazione delle terre agricole, alla cura del territorio circostante e alla conservazione della sua memoria.
After the fall of the Roman Empire, this zone as others in the same territory suffered the consequences of abandonment until the medieval diffusion of monastery orders when the Benedictine monks arrived and founded the Abbey of San Vittore (10th century AC); they gave a new impulse to the cultivation of agricultural lands, the care of the surrounding territory and the memory of the past.